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In Italia sono 2.539 i cadaveri ancora da identificare: a Bari la seconda edizione del corso sull’autopsia orale organizzata dagli esperti in odontologia forense

giovedì 30 novembre 2017 - Dental Team D.V.I. Italia

Si svolgerà a Bari nei giorni 1 e 2 Dicembre 2017 presso l’Hotel Leon D’Oro la seconda edizione del corso sulle procedure di identificazione di resti cadaverici attraverso il metodo odontologico-forense promosso dalla organizzazione di volontariato “Dental Team D.V.I. Italia” in partnership con il Gruppo Internazionale di Esperti “Forensic Odontology for Human Rights“. Dopo il successo del 2016, nel quale hanno partecipato corsisti proveniente da numerose province italiane, questa seconda edizione prevede 14 ore di formazione nonché la simulazione di un’autopsia orale.
I protocolli scientifici e le raccomandazioni Interpol prevedono che l’identificazione di un

corpo senza identità avvenga attraverso il rilevamento delle impronte digitali, il DNA e le informazioni odontoiatriche e radiologiche di denti e mascelle.
L’Associazione Penelope Italia, associazione delle persone scomparse, ha fortemente sensibilizzato le Istituzioni sulla necessità di costituire una Banca Dati nazionale del DNA che permetta la comparazione dei profili genetici dei cadaveri non identificati con quelli dei familiari delle persone scomparse, così da facilitare il processo identificativo. Merito quindi anche di Penelope e del suo presidente nazionale Avvocato Antonio La Scala (nella foto a destra, durante un meeting a Bruxelles), l’emanazione del D.P.R. 7 aprile 2016 n. 87  – in attuazione della Legge 30 giungo 2009 n. 85 e del Trattato di Prum – che oltre a regolamentare la banca dati nazionale del DNA, permetterà la registrazione delle tracce biologiche delle persone sottoposte a regime di carcerazione-custodia cautelare ma anche dei profili genetici dei resti cadaverici delle persone scomparse. L’articolo 6 precisa “nei casi di denuncia di scomparsa di una persona, la polizia giudiziaria acquisisce, ove ritenuto necessario, gli elementi informativi della persona scomparsa e gli oggetti ad uso esclusivo della stessa, al fine di ottenerne il profilo del DNA”. Tuttavia per poter giungere ad una identificazione è comunque necessario comparare il profilo biologico del cadavere con i profili dei familiari delle persone scomparse. Questo è uno dei motivi per i quali il metodo “dentale” resta un accertamento indispensabile, oltre il DNA, poiché permette di pervenire ad un profilo generico della salma orientando così le indagini e le ricerche tra le oltre 24mila denunce di soggetti scomparsi. Lo stesso Presidente Penelope La Scala precisa che “i congiunti degli scomparsi dovranno essere capaci di individuare le zone ed i luoghi dove il cadavere possa essere finito, così da andare a cercare nei cimiteri ed obitori di quella zona, persone corrispondenti per sesso e fascia di età al proprio congiunto scomparso”.

Il presidente della OdV Dental Team DVI Italia Emilio Nuzzolese, peraltro volontario dell’Associazione Penelope, attivo ormai da anni nella tematica delle persone scomparse e dei “corpi senza nome”, già nel 2008 evidenziava proprio al Commissario Straordinario per le Persone Scomparse la necessità di effettuare sistematicamente a tutti i resti cadaverici da identificare un’autopsia orale completa e la compilazione della modulistica Interpol nell’incertezza sulla nazionalità.
“Solo l’odontoiatra forense esperto nella identificazione delle vittime di disastri (DVI) saprà pervenire al profilo generico del soggetto da identificare, fornendo età, sesso, origini geografiche, etnia, abitudini voluttuarie e alimentari. Ecco perché un’autopsia orale completa di esami radiografici permette di individuare i soggetti compatibili per profilo tra le persone scomparse, consentendo poi la comparazione delle tracce biologiche in modo mirato e ristretto“, è quanto sostiene l’odontoiatra forense Nuzzolese, superando l’ottimismo, forse un pò troppo mediatico, di chi ritiene la Banca Dati del DNA possa davvero rappresentare la soluzione al problema dei ‘corpi senza nome’ censiti ormai in 2.539 persone (relazione semestrale Giugno 2017 Commissario Straordinario Persone Scomparse, Ministero dell’Interno).

Il corso organizzato a Bari rappresenta quindi una delle rare occasioni in Italia per poter apprendere le procedure di accertamento autoptico finalizzate all’identificazione umana forense, tema da inquadrare non solo sotto il profilo tecnico ma soprattutto nel più ampio rispetto dei dei Diritti Umani delle persone decedute e dei familiari delle persone scomparse. Il mancato apporto dell’odontoiatra forense può, infatti, determinare un grave ritardo nel rilascio e identificazione delle salme non potendo ignorare la tempestività e l’elevato margine di successo – in media oltre il 70% – dei riscontri odontologico-forensi.
Tra i docenti del corso il Dr.  Gaetano Dipietro, medico legale Direttore della Centrale Operativa 118 del Policlinico di Bari e Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Medicina delle Catastrofi, la Dr.ssa Maria Lepore, Igienista Dentale perfezionata in Scienze Forensi, la Dr.ssa Fabrizia Andriani, antropologa, il Dr. Gianluca Venneri, esperto in dattiloscopia e la prof.ssa Margherita Neri, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università di Ferrara che sottolinea come “Il medico legale deve sempre lavorare gomito a gomito con l’odontoiatra forense che con le sue peculiari competenze riesce a fornire un contributo fondamentale nell’identificazione dei cadaveri ma anche nella stima dell’età e nella valutazione dei segni da morso umano”.

Dr. Emilio Nuzzolese, Avv. Antonio La Scala (Brussels)

Potete seguire le attività dell’Associazione sui social e sul sito istituzionale www.dentalteamdvi.it.